Oltre 500 omissis nei documenti principali, parola citata quasi cento in più del nome della società

di Alessio Di Florio

Il dissequestro dell’area dello stabilimento della Esplodenti Sabino a Casalbordino ha permesso nell’estate 2021 di riavviare le attività. In quell’estate partì anche la procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale dello stabilimento della ditta che lavora anche per Nato ed Esercito italiano in cui il 21 dicembre dell’anno scorso un’esplosione uccise tre operai.
Dopo il dissequestro la Procura di Vasto, con un atto definito dal titolare della società di «attenzione per la realtà produttiva e occupazionale», a luglio 2021 dispose quanto necessario per lavori di «risanamento ambientale». Il 17 agosto la Esplodenti Sabino depositò presso lo Sportello Regionale Ambiente Abruzzo il progetto per «Ottemperanza al Giudizio n° 3271 del 05.11.2020 e proposta migliorativa di modifiche dello stabilimento». Avviando così l’iter per la verifica di assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale. Il 5 novembre 2020 i commissari regionali avevano espresso giudizio favorevole all’esclusione dalla procedura di Valutazione Impatto Ambientale dei lavori di «realizzazione di locali al fine dell’arretramento delle aree di isodanno» ritenendo necessario «un procedimento di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. o V.I.A. esteso all’intero stabilimento, mai sottoposto alle procedure  di nostra competenza, in quanto “impianto esistente”.  In pratica lo stabilimento, prima del progetto per l’arretramento delle aree di isodanno, risultava del tutto sconosciuto per gli uffici regionali competenti per le valutazioni ambientali in quanto nato prima del Testo Unico dell’Ambiente.
Alla procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale, per quanto di conoscenza pubblica, hanno presentato osservazioni solo la Provincia di Chieti e la Stazione Ornitologica Abruzzese con il Forum H2O. «Dallo studio preliminare ambientale pubblicato con numerosi omissis per motivi giudiziari – leggiamo nell’osservazione della Provincia di Chieti –  non emerge un indagine di qualità ambientale che evidenzi la compatibilità dell’attività con lo stato del suolo, sottosuolo e acque sotterranee». In pratica, secondo la Provincia, italiano alla mano i casi dovrebbero essere due: o la documentazione presentata per i «numerosi omissis» impedisce qualsivoglia valutazione o lo stabilimento va bocciato? Secondo un nostro rapido calcolo solo nel documento «Progetto Preliminare – Parte Pubblica» la parola omissis è presente 415 volte e «Esplodenti Sabino» 223, nel documento «Studio Preliminare Ambientale – Parte Pubblica» (quello a cui si riferisce la Provincia) la parola omissis è presente 96 volte e 195 volte. In totale quindi tra i due documenti la parola omissis è citata 511 volte, il nome della società proponente 418. Nel documento «Progetto Preliminare – parte pubblica» a pagina 180 è coperto da omissis anche il punto «9. Finalità dell’intervento – stato di progetto».
«Nelle osservazioni chiediamo trasparenza, procedure corrette e dati ambientali idonei per capire gli impatti – hanno scritto Stazione Ornitologica e Forum H2O che evidenziano le ricadute delle emissioni in atmosfera potrebbero raggiungere la vicina riserva di Punta Aderci, area della Rete Natura2000». Sarebbe quindi necessaria la Valutazione di Incidenza Ambientale. Le due associazioni, riprendendo anche quanto scritto dalla Provincia di Chieti, sottolineano «mancano completamente dati sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, nonostante il sito sia stato usato per decenni per un’attività potenzialmente stressante per l’ambiente. È altresì indispensabile avere analisi dello stato attuale, anche per monitorare l’evoluzione negli anni futuri in caso di ripresa delle attività lavorative. Poi nella tabella delle autorizzazioni in possesso dell’azienda, sono indicate, per le emissioni, solo alcune domande depositate – una nel 2015 – e non già il possesso effettivo delle autorizzazioni stesse. Come mai?». Secondo le due associazioni il procedimento va qualificato « come V.I.A. in sanatoria e postuma, in quanto nel sito, come dimostrano le foto aeree scattate in vari anni, si sono succedute modifiche consistenti con aggiunte di edifici, senza che l’impianto fosse mai stato assoggettato alla procedura di V.I.A. come invece prevede la norma comunitaria in caso di modifiche» con uno studio in cui « bisognerebbe spiegare adeguatamente tutte le trasformazioni apportate» e « la necessità che l’impianto sia sottoposto anche ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) in ragione del fatto che nel sito non avviene solo il de-munizionamento ma anche la produzione di esplosivi, attività che rientra tra quelle per le quali è appunto obbligatoria l’A.I.A».  
«Piano Emergenza Esterno (D.lgs.105/2015). Il documento non viene citato. Esiste?» l’interrogativo che Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum H2O riportano nelle osservazioni. I Piani di Emergenza Esterna (PEE) sono documenti fondamentali per la sicurezza pubblica previsti dalle leggi che hanno recepito le direttive Seveso per quanto riguarda quelli che vengono definiti, dalla normativa, «impianti a rischio incidente rilevante». E di cui sono previste ampie forme di consultazione pubblica in fase di redazione e di pubblicità una volta realizzati. In Abruzzo attualmente gli impianti classificati «a rischio incidente rilevante» sono 23. Tra questi c’è lo stabilimento per la «produzione, distruzione e stoccaggio di esplosivi» della «Esplodenti Sabino» a Casalbordino. Oltre quello della Esplodenti Sabino quindi, sui siti web delle prefetture a cui la legge stabilisce spetti il compito di coordinare la redazione dei PEE e dei comuni, ci si aspetterebbe di trovarne anche altri. Invece la pagina apposita sul sito web della Prefettura di Chieti recita, riportiamo testualmente, « Data pubblicazione il 09/10/2008» e «Ultima modifica il 09/10/2008 alle 11:56» senza nessuna pubblicazione. Sul sito web della Prefettura di Pescara appare una pubblicazione relativa ai soli Laboratori Nazionali del Gran Sasso con «Data pubblicazione il 07/03/2019» e «Ultima modifica il 07/03/2019 alle 09:58». Sul sito web della Prefettura di Teramo appaiono la pubblicazione di un PEE aggiornato al 2015, quello dei Laboratori del Gran Sasso, una bozza per la consultazione della popolazione pubblicato ad aprile e aggiornato a giugno e un altro aggiornato al febbraio di quest’anno. Sul sito web della Prefettura aquilana, infine, oltre il Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori del Gran Sasso, appare la pubblicazione di un solo altro stabilimento, aggiornato al 22 ottobre dell’anno scorso. Riassumendo in totale sono rintracciabili 4 Piani di Emergenza Esterna. Ripetendo la ricerca sui siti web istituzionali dei vari comuni nella provincia aquilana appaiono 4 PEE, in provincia di Teramo 1 e in provincia di Pescara 1. In provincia di Chieti nessun PEE è stato possibile rintracciare ma solo un opuscolo redatto dalla ditta e un avviso di test funzionali pubblicato due anni. Sulla maggior parte dei siti web dei comuni non abbiamo trovato nulla, neanche con il motore di ricerca Google che permette ricerche all’interno di un sito web specifico. Possibilità a cui abbiamo dovuto fare abbondante ricorso in quanto diversi siti web istituzionali comunali non hanno una funzione di ricerca interna.
Questa procedura ambientale si è conclusa il 25 novembre 2021 con il parere favorevole della Comissione Tecnica Regionale all’esclusione dall’assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale che indicò solo alcune prescrizioni.