Rifiuti nel vastese, da denunce e contestazioni di cittadini e ambientalisti all’inchiesta ancora in corso
di Alessio Di Florio
Due anni e cinque mesi, tanto ormai è passato dal sequestro (a cui è stato posto fine nel gennaio dell’anno scorso) della “terza vasca” della discarica consortile di Cupello. Nei nostri precedenti articoli abbiamo posto l’attenzione su alcuni silenzi e sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta in corso della Procura di Vasto. Ricordando anche come dopo il sequestro siano avvenuti gli ultimi della serie di cinque incendi scoppiati nell’invaso oggetto delle attenzioni della Procura. Dopo l’ultimo incendio, ad ottobre 2019, il direttore dell’Arta (l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente) affermò che era andata distrutta “buona parte della strumentazione”. «Come è possibile che presidi sorti dopo incendi e per monitorarne eventuali successivi vengono distrutti dalle fiamme? E come è possibile che si abbiano risultati di analisi, addirittura rassicuranti, dopo tale distruzione? Dichiarazioni alla stampa e pubbliche riportano che già molte ore prima era segnalato del fumo. Dopo queste prime segnalazioni cosa è avvenuto? Quali protocolli di verifica e sicurezza sono stati attivati?» le domande, di fatto rimaste inevase, poste l’11 novembre dello stesso anno di Azione Civile Abruzzo e del presidente nazionale Antonio Ingroia.
Il 16 marzo 2019 decine di persone hanno partecipato ad un sit-in organizzato dal Comitato Difesa Comprensorio Vastese, nato nei mesi precedenti sulla spinta dell’opposizione popolare al progetto di una nuova discarica proposto dalla Cupello Ambiente di cui ci siamo già occupati nei giorni scorsi. «Veniamo da anni di esasperazione degli abitanti per le modalità di conduzione del sito – il riassunto di questi anni da parte di Comitato, Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica – Purtroppo la storia del Consorzio pubblico Civeta è sempre stata costellata da anomalie». «Gli amministratori – il duro monito degli ambientalisti – dovranno riflettere attentamente sul futuro del Civeta e, in generale, della gestione dei rifiuti nel territorio vastese. Crediamo sia venuto il tempo di assicurare una gestione pubblica efficiente ed efficace di questo settore dove non siano le ragioni del profitto a regolare il tutto». «Chi ha partecipato al sit-in si è reso conto del livello di cattivi odori che i residenti hanno dovuto sopportare» secondo il Comitato. La persistenza soprattutto in orari serali di forti puzze, percepite anche a molti chilometri di distanza, è una questione che in questi mesi è stata varie volte sollevata. «Anche solo l’esposizione a cattivi odori è da considerarsi inquinamento e può danneggiare le persone» la presa di posizione del Comitato che ha sottolineato come «al riguardo c’è una discreta giurisprudenza, la Corte di Cassazione il 26 settembre 2012 ha emesso condanna per un impianto autorizzato alle emissioni e che non aveva superato i limiti tabellari di legge, il 5 maggio 2014 il TAR Veneto ha sentenziato che il cattivo odore anche se non è disciplinato in maniera specifica dal legislatore, è da considerarsi una forma di inquinamento atmosferico che può causare pesanti disagi per la qualità della vita e per l’ambiente».
Ad una segnalazione del 5 dicembre 2019 da parte di Augusto De Sanctis del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica, due settimane dopo la Regione Abruzzo – servizio VIA (Valutazione Impatto Ambientale) ha risposto di aver rilevato sulla realizzazione della terza vasca (che ricordiamo è quella sequestrata e teatro dei vari incendi) «i presupposti per l’applicabilità di quanto disposto dall’art. 29, commi 2 e 5 del D.Lgs. 152/06» e, di conseguenza, ha chiesto al Civeta (il soggetto che originariamente aveva presentato il progetto della terza discarica) di «attivare la presentazione di istanza di riesame del progetto» perché sono chiaramente «difformi dall’originaria autorizzazione dell’Autorità Competente: il CCR-VIA» le opere realizzate. Augusto De Sanctis via posta certificata aveva inviato al servizio VIA il verbale di una riunione del 18 ottobre 2019 (precedente quindi all’ultimo violento incendio) svoltasi presso un altro ufficio della regione, quello Rifiuti (a cui il servizio VIA non è stato invitato). Il commissario del Civeta ha messo a verbale che «secondo le evidenze dello studio tecnico geologico che il Civeta, in agosto, ha commissionato ad esperti (ed i cui dati saranno consegnati all’autorità competente) è stato acclarato che l’invaso in parola, quanto alle pendenze delle pareti, è stato realizzato dalla Cupello Ambiente in totale difformità tra quanto progettato dall’Ing. Mandolini ed autorizzato dalla Regione Abruzzo». Il progetto attesta in maniera netta che la discarica è stata realizzata dalla Cupello Ambiente dando eccessiva pendenza alle pareti dell’invaso 2 e 3 e quindi sarebbe necessaria una riprofilatura per evitare frane. Ovvero quello che, come già riportato, è avvenuto arrivando anche ad invadere il terreno di un agricoltore privato. Ma tutto questo è emerso solo grazie all’azione volontaria di un cittadino che, dopo un accesso agli atti realizzato dalla consigliere d’opposizione al Comune di Cupello (di un gruppo diverso da quello di D’Amico e Pollutri) Roberta Boschetti, ha trasmesso il verbale di un ufficio regionale ad un altro ufficio della stessa Regione.